"Con il freddo si resiste di più sotto le macerie"
Sisma tra Turchia e Siria: l'esercito svizzero nutre ancora buone speranze di trovare in vita delle persone - Erdogan proclama lo Stato di emergenza; caos in Siria
Ci sono ancora buone possibilità di trovare sopravvissuti sotto le macerie in Turchia e Siria dove un violento terremoto di magnitudo 7,8 sulla scala Richter ha causato oltre 5'000 morti (oltre 3'500 in Turchia e oltre 1'500 in Siria). Lo sostiene l’esercito svizzero, presente sul posto con 29 uomini. "Quando fa freddo, si è meno disidratati e si resiste più a lungo sotto le macerie rispetto all’estate", ha spiegato il colonnello di Stato maggiore Alessio Marazza, "si può sopravvivere fino a tre-quattro giorni". Ad Adana, in Turchia, dove sono concentrate le ricerche, si trova anche la società svizzera specializzata nei cani di ricerca e salvataggio Redog.
REDOG im Einsatz: Noch gestern Abend ist ein REGA-Jet mit zehn @redogtweets Mitgliedern und sechs Hunden in die Türkei geflogen. Eine weitere Equipe von REDOG bestehend aus zwei Personen und acht Hunden, ist mit der Rettungskette Schweiz der DEZA in das Erdbebengebiet geflogen. pic.twitter.com/09fkJ62sVe
— Rotes Kreuz CH (@RotesKreuz_CH) February 7, 2023
Stato di emergenza
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan nel primo pomeriggio di martedì ha dichiarato lo stato di emergenza per tre mesi nelle dieci province del Sud-Est del paese colpite dal sisma di ieri, lunedì. Nel frattempo, sono state allestiti 102'000 letti e 54'000 tende e fino ad ora sono state estratte vive 8'000 persone. Sono migliaia gli edifici distrutti. Danni sono segnalati anche al porto di Iskenderun (Alessandretta) e tutte le operazioni sono state interrotte.
La situazione in Siria
La situazione in Siria appare particolarmente problematica perché sia le informazioni sia i numeri relativi a vittime, feriti, danni e soccorsi viaggiano su canali paralleli: da una parte il Governo siriano, dall'altra l'opposizione. Proprio quest'ultima ha denunciato che "centinaia di famiglie" sono ancora intrappolate sotto le macerie". Il paese, dopo anni di guerra e instabilità, deve ora fare i conti in questa situazione di emergenza con costruzioni fatiscenti, carenza di ospedali e di medici. Anche il flusso di aiuti delle Nazioni Unite dalla Turchia al nord-ovest della Siria si è temporaneamente interrotto a causa dei danni provocati alle strade e da altri problemi logistici.